Torneo di calcetto, si parte il 28 gennaio
Tutte le squadre e il calendario
– di FEDERICO VECCHIO –
Cosa si provi in quel salone, gli uni contro gli altri, con in mano quell’elenco di nomi, fatto di campioni, di quelli che si raccontano campioni, di altri che non si conoscono, e che magari qualche campione tra loro c’è, non lo si può raccontare. Lo si può vedere, però, ma solo per chi ha la fortuna di esserci, solo quella sera, in quel momento, sulle facce di quei pochi gravati sulle spalle dal peso, e che peso, di spendere, e non buttare al vento, quei 250 fanta milioni che hanno in dote, per costruire non “una” squadra, ma “la” squadra.
Perché martedì 17 gennaio, in quelle tre ore abbondanti, in cui – come quasi una volta all’anno – si è svolta l’asta per comporre le squadre del torneo interno di calcetto, per i presidenti Cecilia, Celani, Cucchiella, De Matteis, Fabbricini, Filosa, Murino, Picciotti e Vaccaro è stato un attimo passare dall’essere un fenomeno alla Monchi, realizzando acquisti e plusvalenze, all’essere quel genio che un bel giorno ebbe la bella pensata che Pirlo potesse essere lasciato libero, andando a vincere un filotto di scudetti altrove.
Prima che il battitore Pignoli, sotto la direzione sapiente del Pà (che sta a questo torneo come Mirigliani a Miss Italia) aprisse le danze, la polemica era comunque già bella che montata. Fin dalle prime ore della giornata, difatti, il telefono del Pà era diventato incandescente. Perché da quel portafoglio di 250 fanta milioni, ogni presidente si era visto togliere dal Pà il corrispettivo del suo valore calcistico e di quello attribuito al suo vice. E qui la guerra diventava, prima che con il Pà, con se stessi, combattuti tra l’essere felice di essere stati valutati troppo oppure troppo poco.
Sta di fatto che quando sono iniziati a girare i primi numeri, c’era un Rezza, vice di Murino, che girava tronfio mostrando a tutti quei dodici, si, ben dodici fanta milioni riconosciuti al suo valore dal Pà, accompagnando il numero con un senso di malcelato disappunto, come a voler dire che ormai, alla mia età, possibile che possa valere così tanto, ma se qualcuno pensa che io valga tanto, beh, un motivo ci sarà. Per non parlare di chi vi sta raccontando tutto questo, che, saputo di quei 20 fanta milioni accanto al suo nome, chiamava, tronfio di orgoglio, a casa l’anziana madre, raccontandole l’accaduto.
Ma poi, al netto di quelle detrazioni, chi ha avuto la meglio è stato, viceversa, proprio chi ha fatto tesoro del proprio scarso valore, avendo così la possibilità di spendere molto più degli altri, come neanche il proprietario del Tianjin Quanjian. E quest’anno il Shu Yuhui del torneo è stato Cucchiella, che ha allestito una squadra che, tanto per darvi la misura, questa settimana avrebbe potuto giocare tranquillamente uno degli ottavi di finale di Coppa Italia, con ampia possibilità di passare ai quarti: Giovanni Malagò, Roberto Mancini, Francesco Bolla, Antonio Conte, Nicolò Grisolia, Diego Tavano, Lorenzo Natoli. Questi alcuni, e solo alcuni, dei nomi di questa rosa, nella quale anche Ronaldo, il fenomeno, quello davvero forte, rischierebbe di fare un bel po’ di panchina. La squadra di Cucchiella, va da sé, ha il titolo già in tasca, e la sola che potrà contrastarla, ma forse contrastarla è troppo, diciamo darle fastidio, è la squadra di Murino, che, oltre all’ipervalutato Rezza, può vantare il bronzo di Gioia Tauro Mino Catalano, e Simone Depetris, che, dopo “pallone”, la seconda parola che ha detto da piccolo è stata “mamma”, ed ancora Carlo Di Bella, che ha già segnato prima che la partita inizi, senza dimenticare Carlo Cancellieri, le cui potenzialità sono ancora tutte da scoprire.
Per gli altri presidenti, si annuncia un torneo difficile, fatto di speranze e, probabilmente, delusioni. Le domande sono quelle: riuscirà Carlo Perrone, il calciatore che ha giocato con Falcao, l’allenatore che ha regalato al calcio mondiale Bonucci, il socio che ci ha fatto vincere tutto quello che c’era da vincere, a portare la Cecilia’s family al trionfo, costruendo un argine davanti a Marco Meliti, il portiere che quando cammina dallo spogliatoio al campo ti domandi se arriverà al campo, ma, una volta arrivato al campo, vola da un palo all’altro come se fosse un millennials, a vincere il torneo? O ce la farà Celani, con Alberto Di Bagno, l’eleganza prestata al calcetto, Roberto Naldi, la tecnica e la tenacia prestate alla porta, Carlo Lirosi, l’uomo che è ancora li, nella Fossa, a farci vincere la finale dell’Over 50 dello scorso luglio, e Alessio Gilardoni, la più alta percentuale gol – minuti giocati? Sarà l’anno di Fabbricini, che, alla corazzata istituzionale di Cucchiella, risponde con Andrea Abodi, che conosce non solo come si gioca a calcio, ma come si faccia calcio, Francesco Rocco, che conosce il calcio, il calcetto ed il circolo, ed il polifunzionale Oliviero Albini? Oppure quello di De Matteis, che si avvale delle competenze di mercato di Gabriele Giuffrida, delle competenze tecniche di Riccardo Barra, e che vive nella speranza che anche uno dei geni presenti nel dna del figlio Luca facciano finalmente capolino nel padre Massimo Mazzitelli? Filosa, forse Filosa, che punta tutto su Carlo Longari e la sua voglia di dimostrare che si, anche a calcetto so giocare, oppure su Alessandro Maspes, uno che il calcetto l’ha imparato a giocare fin da piccolo, così come Andrea Depetris, oppure su Chicco Follina, l’uomo che nacque prima che inventassero il passaggio, o su Maurizio Cucchiara, l’uomo che corre oltre la palla, e che c’ha costretto a mettere le recinzioni intorno al campo non per evitare che uscisse il pallone, ma per evitare che uscisse lui? Di Picciotti, che ha speso 63 fanta milioni per Stefano Fazi, l’over 50 più pagato tra tutti i circoli non di Roma, ma dell’emisfero nord, e la cui porta sarà difesa o da Andrea Segato, o da Pietro Savelli, o da chi vi scrive, e c’è chi già pensa che Picciotti abbia necessità di tornare sul mercato per trovare uno che pari sul serio? O da Vaccaro, che sta costruendo i soci di domani?
Queste sono le domande. A cui inizieremo a dare una risposta solo da sabato 28 gennaio. Che sarà il giorno in cui, finalmente, si comincia.
C’è da aspettare ancora pochi giorni. Ancora un po’ di pazienza. Poi, finalmente, si farà sul serio.
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