Tokyo 2020/Federica Pellegrini, una finale da applausi. Simona Quadarella quinta nei 1500sl
È stata la notte di Federica Pellegrini: al Tokyo Aquatics Centre, la Divina ha nuoto la sua ultima finale importante, quella dei 200sl alle Olimpiadi, le sue quinte di fila. Fede ha toccato in 1’55”91, settima in una finale vissuta con il sorriso. Sperare di più, in termini di piazzamento, era quasi impossibile. Ma questa ultima gara, questo ultimo show olimpico è stato fenomenale.
Ha vinto l’australiana Ariarne Titmus, già oro nei 400, in 1’53”50; l’argento è andato all’atleta di Hong Kong Siobhan Bernadette Haughey in 1’53”92 e il bronzo della canadese Penny Oleksiak 1’54”70.
La Divina è è riuscita a trattenere la commozione: davanti a lei, in quell’attimo appena uscita dalla vasca, sono passati gli anni di un viaggio bellissimo e indimenticabile. «Me la sono goduta dall’inizio alla fine – ha detto l’azzurra dell’Aniene – Anni e anni di bracciate. Sono contenta anche del tempo, di essere scesa sotto l’1’56. È stato il mio ultimo 200 a livello internazionale ed è giusto così».
Emozioni condensate in un attimo.«Oggi è andata così, lo sapevo. Voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno tifato in questi anni; coloro che si sono svegliati questa notte, la mia famiglia e il mio staff», sussurra prima delle lacrime: «Lascio una squadra ultra competitiva e in Italia ci sarà un bel nuoto nei prossimi anni».
Sperava nel gran colpo, Simona Quadarella, nella finale dei 1500sl in una mattinata giapponese cominciata male, con la positività al tampone salivare (per due volte) di Bruno Rosetti estromesso così dalla barca del 4 senza che poi ha centrato la medaglia di bronzo.
Il cuore non basta a Simona ma è un piccolo passaggio a vuoto che le servirà per crescere ancora, perché il futuro non può che essere ancora dalla sua parte. La ragazza dell’Aniene allenata da Christian Minotti ha chiuso al quinto posto in 15’53”97 dopo esser passata seconda ai 900 metri (9’24”22) e terza ai 1000 (10’27”79). A quel punto Simona ha ceduto, pagando i postumi della gastroenterite che l’ha tenuta ferma quasi dieci giorni alla vigilia della partenza per Tokyo.
L’oro, dopo il quinto posto nei 200sl poco più di un’ora prima, è andato alla statunitense Kathleen Ledecky con la seconda prestazione mondiale dell’anno in 15’37”34.
«Ci ho provato fino a 900, 1000 metri poi ad un certo punto non ho avuto più energie. Non voglio cercare scuse – ha spiegato Simona – ma un po’ sono stata sfortunata per la gastroenterite che mi ha colpita due settimane, facendomi perdere tre chili. In un momento d’avvicinamento avere un problema del genere non è facile da superare fisicamente e psicologicamente. I miracoli non posso farli. Mi dispiace per me, per chi si è svegliato per seguirmi: ho dato il massimo». Adesso guarda avanti: «Negli 800 sicuramente cercherò il riscatto. Non so cosa potrà venire fuori, non prometto nulla ma darò tutto quello che ho. Christian (Minotti, ndr) mi ha detto che non mi posso rimproverare nulla, che ho un’altra gara da fare e che la prossima Olimpiade non è troppo lontana».
Quinto posto anche per la 4x200sl nella quale ha nuotato, con Stefano Ballo (col personale di 1’45”77), Matteo Ciampi (1’45”88), Filippo Megli (1’45”33) l’atleta dell’Aniene Stefano Di Cola (1’46”26): l’Italia ha toccato in 7’03”24, non troppo lontani dal record italiano di 7’02”01.
«Abbiamo poco da recriminare – il commento di di Cola – La medaglia era un sogno, ma abbiamo tutto per poter crescere e farci trovare pronti per i Giochi di Parigi. Siamo al livello delle nazioni più forti».
Foto Giorgio Scala/DBM