Sacchi: “Ruffini e Vanelli a Rio da outsider, condizioni dell’acqua allarmanti”
Dopo i grandi successi ottenuti agli Europei di Hoorn, la spedizione azzurra del nuoto di fondo è pronta a cimentarsi nelle Olimpiadi di Rio de Janeiro, evento che vedrà in gara i “nostri” Simone Ruffini e Federico Vanelli. La coppia d’oro dell’Aniene sarà seguita anche in Brasile da Emanuele Sacchi, tecnico federale e responsabile del settore del nuoto di fondo al Circolo Canottieri Aniene. L’allenatore racconta le sensazioni alla vigilia della spedizione olimpica.
I Giochi di Rio sono ormai alle porte, Simone Ruffini e Federico Vanelli sono pronti alla partenza: quali sono le ambizioni in vista delle Olimpiadi?
“I ragazzi vanno lì da outsider pur essendo due atleti di alto livello, che hanno dimostrato negli anni le loro qualità, soprattutto Ruffini che è campione mondiale in carica della 25 km e che attualmente è in testa nella Coppa del Mondo di fondo. Non sono però specialisti della 10 km, il che li rende outsider: andiamo per giocarcela fino in fondo, in acque libere tutto è possibile fino all’ultima bracciata, non c’è mai nulla di scontato o di sicuro in partenza”.
Qual è il lavoro specifico fatto in vista di una gara diversa dalla 25 km? Come cambia, se cambia, l’avvicinamento a una sfida del genere?
“Abbiamo dovuto modificare un po’ l’obiettivo della preparazione, anche se il loro lavoro è già abbastanza complementare per le due distanze. Ci siamo preoccupati un po’ di più sulle andature, facendo due volte a settimana delle simulazioni di gara e devo dire che in quest’anno sono migliorati molto”.
A Rio si nuoterà in acque libere, a differenza di Londra: può essere un vantaggio per chi è abituato a gareggiare in mare?
Lì la situazione sarà molto variabile a livello di moto ondoso, temperature, correnti. Ci sono degli atleti predisposti a una gara di 10 km in acque ferme, penso all’americano Wilimovsky che ha vinto ai mondiali di Kazan, e sono i cosiddetti “piscinari”, che trovano una situazione molto simile alla vasca e non hanno grande difficoltà di adattamento. Chiaramente, in condizioni di maggiore difficoltà, con acqua fredda e moto ondoso importante, è più facile uscire fuori per chi sa nuotare con le onde: i nostri lo sanno fare molto bene. Il giorno della gara vedremo quali saranno i valori.
Le notizie sulle condizioni del mare di Rio de Janeiro sono allarmanti: all’interno del bacino dove si terranno le gare sarebbero stati ritrovati addirittura dei resti umani. E’ una situazione che vi preoccupa?
“La cosa non mi stupisce. Siamo stati tre volte in dodici mesi a Rio de Janeiro, le condizioni della location erano disastrose. Evidentemente si tratta di un bacino molto inquinato, abbiamo trovato di tutto, la possibilità che ci siano dei resti umani non mi stupisce. Noi non nuoteremo in mare nei giorni precedenti alla gara, abbiamo preventivato una preparazione in una piscina in prossimità del campo gara. I ragazzi non andranno nel Villaggio Olimpico, svolgeremo la preparazione a Santos, il 10 andremo direttamente a Copacabana e nuoteremo in piscina. L’ultima volta che siamo stati lì Ruffini è stato male, ha avuto una brutta infezione intestinale che si è prolungata per diversi giorni: nuoteranno in mare solamente nel giorno della gara. Sono rimasto veramente molto deluso, mi aspettavo una situazione anche della spiaggia totalmente diversa. Quotidianamente nel mare vengono riversati liquami di tutti i tipi”.