Queen, Opera Omnia
Una serata da ascoltare, una presentazione sull’onda delle emozioni. È quella che ci ha offerto Roberto De Ponti, giornalista sportivo del Corriere della Sera con una passione infinita per i Queen, passione nata durante l’adolescenza grazie soprattutto ad un viaggio in Inghilterra.
E un viaggio nella storia dei Queen è stata la serata vissuta nel Salone del Circolo tra ricordi, canzoni, aneddoti intorno alla straordinaria band britannica formatasi nel 1970. Dei Queen, De Ponti scrive che loro sono l’esempio di come l’insieme sia maggiore della somma delle singole parti, aggiungendo che “se le cose funzionano è grazie a tutti e quattro, è un venticinque per cento a testa. «Io sono soltanto quello che sta in prima linea, sosteneva Mercury”.
I capolavori dei Queen, le loro storie, la vita di Mercury, il cantante e pianista del gruppo scomparso a Londra nel 1991, il vero leader che amava dire di se stesso «io non diventerò una rockstar. Diventerò una leggenda», si possono trovare nelle 480 pagine del volume, una vera enciclopedia dei Queen scritta con cura e passione da De Ponti.
Nel 1981, nel brano Action This Day, uno dei singoli tratti dal controverso album Hot Space, compare per la prima volta un musicista esterno alla band: è un sassofonista, di stanza ai Musicland Studios di Monaco, che ha eseguito un doppio assolo di sax alto e sax tenore. Si tratta di un italiano di Sant’Agostino di Romagna, Giuseppe Dino Pepe Solera, che ha portato, in un video, la sua testimonianza di quella meravigliosa esperienza.
Giovanni Malagò chiudendo la serata, allietata dalle note suonate da Alessio Terrinoni, ha ricordato che la canzone dei Queen, We are the champions, è il brano che darà il titolo al prossimo Festival dello Sport organizzato dalla Gazzetta dello Sport a Trento nel mese di ottobre. Questa è considerata la canzone più coinvolgente della storia del rock. Malagò ha letto l’articolo pubblicato proprio ieri dalla Gazzetta. «È anche un inno sportivo, il più diffuso negli impianti di tutto il mondo. Se volessimo fare una classifica, se la giocherebbe con un altro pezzo dei Queen, We will rock jou; con Gonna Fly now (colonna sonora di Rocky), con Chariot of Fires (colonna sonora di Momenti di gloria) e con Seven Nation Army dei White Stripes. Ma la canzone, scritta da Freddie Mercury nel ’75 e pubblicata solo nel ’77 perché all’inizio esulava dallo stile musicale del gruppo, ha una valenza in più: le parole del ritornello riconoscibili in tutto il mondo».