Presentato nel Salone dell’Aniene il libro “Ignazio Giunti, un pilota, un’epoca”
“Ignazio Giunti, un pilota, un’epoca”. Vittorio Tusini Cottafavi ha scritto questo libro edito da Rubbettino editore per ricordare le gesta dello zio Ignazio e presentato nel Salone dell’Aniene in una bellissima cornice con ospiti importanti come Luca Montezemolo. Le gesta e la vita del pilota prematuramente scomparso il 10 gennaio del 1971 in un drammatico incidente a Buenos Aires durante la 1000 km, gara di apertura del campionato, per aver urtato la Matra di Jean-Pierre Beltoise che era rimasta senza carburante alla vigilia di una stagione che si annunciava importante in Formula 1 con la Ferrari, sono state ricordate non solo dall’ex presidente della Ferrari e dal presidente onorario dell’Aniene, Giovanni Malagò, ma soprattutto da Vittorio Tusini Cottafavi che è stato intervistato da un vero esperto di auto qual è il consocio professor Giancarlo Puddu.
Tante immagini fotografiche sullo schermo commentate dall’autore del libro con le domande del professor Puddu, perfetto moderatore della serata. Le macchine di allora, le corse in una Roma che era assai diversa da quella attuale, le gare di velocità tra piazza Euclide e Sacrofano con gli amici e lui che era quasi sempre il più veloce. Ignazio Giunti è apparso il ragazzo di allora e con lui c’era la sua Roma sullo sfondo oltre a una grande epoca di piloti.
Dopo le corsa tra amici ecco quelle vere, le gare importanti, prima a Vallelunga con l’Alfa 1900 di famiglia ma in segreto fino alla Formula 1 ingaggiato dal Drake, quell’Enzo Ferrari che di piloti se ne intendeva e che aveva intenzione, in quel 1971, di farlo correre alternandolo con Mario Andretti.
Il libro, come ha sottolineato l’autore, è nato grazie alla scintilla accesasi dall’amicizia con Lino Ceccarelli, giornalista della Rai. «Per me è stato un tuffo nel passato – ha spiegato Vittorio – e una grande ricerca del tempo perduto per ricordare Ignazio ma non solo». Difatti, le oltre 200 pagine del volume sono il racconto di un’epoca, di grandi piloti, di un automobilismo ormai lontano ma fatto di uomini, di piloti che affidavano al loro talento la vittoria.
Ignazio Giunti era socio del nostro Circolo dal 1969: quest’anno avrebbe festeggiato i cinquanta anni di appartenenza all’Aniene. «Era diventato socio seguendo il papà Pietro – ha ricordato Giovanni Malagò – che era anche socio del Circolo della Caccia».
Luca Montezemolo ha toccato molti tasti della vita di Ignazio Giunti. «Lui era prima di tutto un bravo ragazzo, una bella persona ed era consapevole che per vincere bisognava avere testa, concentrazione, volontà». Tante persone, tanti piloti, tanti amici come Cristiano Rattazzi che proprio Montezemolo segnalò a Giunti per la trasferta argentina e Rattazzi si incaricò di accompagnare, i quei giorni, Giunti al circuito con la sua Fiat 125. Ma anche la sicurezza, quella che allora non era sviluppata come oggi. «C’erano ragazzi che andavano molto forte – ha aggiunto Montezemolo che divenne direttore sportivo della Ferrari poco dopo la morte di Giunti – La Formula 1 è uno sport affascinante, può avere grandi macchine, grandi piloti ma rimane sempre uno sport basato sulla persona. E Ignazio ha lasciato un grande segno in questo mondo».
Giovanni Malagò ha ricordato che questo libro è non solo la storia del pilota. «E’ la storia della città di Roma – ha affermato il presidente onorario dell’Aniene – di un‘epoca romantica e anche bella».