“O vinci o impari”, tanti campioni in riva al fiume
Un pomeriggio di ripartenza in riva al fiume per parlare di sport e campioni ascoltando molte testimonianze. L’occasione è stata la presentazione del libro di Stefano Massari, “O vinci o impari”, con il sottotitolo “Come lo sport aiuta a diventare persone migliori” che racchiude tutta l’essenza del volume.
Massari, mental coach impegnato nel mondo dello sport, ha raccontato le storie di una ventina di atleti di alto e altissimo livello. Ciascuno di loro ha avuto un evento – infortunio, malattia, una sconfitta cocente, un allenatore che ha cambiato la vita, una rivincita – e l’autore mette a fuoco le loro storie.
Ci sono le storie di campioni straordinari, da Pietro Mennea a Flavia Pennetta, da Dino Zoff a Matteo Berrettini, e Stefano Massari ha colto in ciascuno di loro la spinta che li ha portati a superarsi. Una spinta che può ispirare chiunque ami e segua lo sport.
Dibattito interessante introdotto da Andrea Pignoli che ha presentato non solo lo sport di Casa Aniene ma ha fotografato con una bella panoramica l’attività nazionale mentre il presidente del Circolo, Massimo Fabbricini, ha dato a tutti il benvenuto introducendo il tema del pomeriggio e il ruolo del mental coach e quello dell’allenatore.
Valerio Bianchini, il Vate del basket, si è soffermato sul concetto di allenatore spiegando che spesso è il coach a diventare mental coach assegnando ruoli e competenze all’interno del gruppo-squadra che sta nascendo.
Numerosi gli ospiti-campioni, da Matteo Berrettini che ha messo a fuoco la sua esperienza con Massari (“Abbiamo fatto un percorso – ha detto Matteo – e nel nostro rapporto abbiamo parlato di tutto e poco di tennis. Con lui dopo momenti negativi sono tornato e sono diventato una persona e un giocatore migliore”) al calciatore Arturo Calabresi, da Matteo Marconcini (judo), da Giovanna Schettino (canottaggio) a Costanza Arpinelli (triathlon) a Simone Ruffini (nuoto di fondo) a Giulio Desiderato (vela).
Manuela Mennea, la moglie di Pietro, ha aperto la sua casa a Massari e ha raccontato diversi episodi della vita della Freccia del Sud. “Quando ha smesso la prima volta – ha ricordato Manuela – nessuno lo aveva capito, nessuno aveva compreso la sua condizione”.
Massari, dopo l’intervento di Giovanni Malagò, ha chiuso il pomeriggio leggendo il capitolo dedicato a Mennea, “L’eco dei suoi passi”, nel quale ricordo quello che Pietro scrisse sulla sua agenda il 12 settembre 1979, il giorno del record del mondo dei 200 metri. “Ci sono solo due cose, la prima 15.20; finale 200 metri 12”72. E l’ultima: 16.20; Staffetta 4×100; 38”55. Non vi è una sola parola di celebrazione o di commento per un’impresa mai compiuta, sino a quel momento, da un essere umano”.