Lettera al “Maestro” Risi:
«Grazie Umberto!»
di Andrea Accardo e Alberto De Nigro
«Ci siamo ritrovati all’Aniene. Nel solco di una tradizione giallo-blù: i colori del Cus Roma, i colori dell’Aniene, per Umberto anche i colori dell’Armellini, della sua scuola dalla quale è cominciato tutto. Ed è storia dei nostri giorni. Qui mi defilo. I protagonisti sono altri. I suoi ragazzi e le sue ragazze. Di tutte le età, a passione crescente. Quelli che guai a chi glielo tocca. Quelli che sanno che “una parola è poca e due so’ troppe”. Quelli che hanno sul telefonino il breviario delle sue liturgie di allenamento. Quelli che se girano gli occhi, quando avrebbero la tentazione di fermarsi, lo trovano sempre e vanno avanti».
Qui si defila Massimo Fabbricini e qui entriamo in gioco noi, i suoi “ragazzi” e le sue “ragazze”. Difficile aggiungere parole a quello che già altri hanno scritto senza rischiare di ripetersi, è vero, ma forse noi possiamo arricchire il tributo al nostro “Umbi” testimoniando un punto di vista più quotidiano e forse più intimo.
Umberto noi lo abbiamo conosciuto già adulto e da poco meno di venti anni è entrato nelle nostre vite insieme alla insana passione per la corsa che ha riempito nel bene ma anche nel male (parlate con i nostri familiari!) gran parte di questi ultimi anni. È vero, come è stato scritto, che è di poche parole, che un po’ come facevano i nostri genitori cerca di stimolarti mettendoti duramente davanti ai tuoi limiti, che forse non è troppo incline a slanci affettuosi ma grazie ad una ruvida e spontanea empatia è per noi tutti speciale al punto che la sua approvazione o la sua soddisfazione contano più del risultato, e costituiscono il vero premio dei nostri sacrifici.
Abbiamo letto negli auguri appellativi quali Numero Uno, Coach, Maestro ma quello che lo rappresenta meglio ai nostri occhi è Amico. Umberto, il cui palmares oramai vi è noto, è stato capace di fare con noi esattamente quello che faceva con campioni veri, noi – pur consapevoli di oscillare tra l’essere da scarsi a discreti master – ci siamo sentiti un po’ degli atleti grazie a lui e abbiamo imparato a superare i nostri limiti in gara spesso solo con noi stessi, di questo gli saremo sempre grati. La sua passione e professionalità la tocchi con mano tutti i giorni quando è lui a ricordarci gli orari degli allenamenti, a cui presenzia con qualsiasi tempo ed in qualsiasi stagione ben due volte al giorno per darci più possibilità di allenamento. Durante il lockdown telefonava per sincerarsi che non si stesse mollando ed ora con gli spogliatoi chiusi è fuori dal Circolo ad aspettare chi si allena nonostante le difficoltà del momento.
Come dirigenti della sezione corsa abbiamo potuto conoscere ed ammirare anche un’altra meravigliosa dote: sempre pronto a sfornare idee, curare la preparazione per gare ed eventi e buttarsi in nuove sfide che possano rinnovare la passione del gruppo. Ogni volta che il programma degli allenamenti sta per volgere al termine, state sicuri che puntuale di domenica pomeriggio ci arriva da Umbi il messaggino con quello nuovo, un “manoscritto” che Massimo ha giustamente definito “liturgia”, che tutti mandano a memoria alla prima lettura.
Ci piace pensare che siamo diventati un pezzo della sua famiglia e lui, come noi, ha paura che questo meraviglioso giocattolo fatto di “imprese” sportive, di sana goliardia e di molta amicizia si possa rompere e non smette quindi di stimolarci. E il risultato lo ha già raggiunto perché siamo certi che molti di noi non mollino proprio per non deludere l’Amico, quindi ci vediamo lunedì al campo.
Grazie Umberto.