La dura vita del talento incompreso
Al Circolo ci sono pochi calcettari più forti di me. Certamente, nessuno di quelli che il mister fa giocare, ogni volta, al mio posto, è più forte di me. Diciamolo. La cosa che mi sorprende è che, di questa evidenza palmare, nessuno se ne renda conto. Ogni volta, difatti, che mi trovo a commentare la partita della sera prima, io lo vedo che, negli occhi di mi ascolta, mentre spiego nel dettaglio le ragioni della mia superiorità tecnica, c’è quell’espressione un po’ divertita. Lo vedo. E lo sento che, quando mi dice “Si, si, hai ragione, ma Tizio, però, non ha poi giocato così male”, vorrebbe in realtà dirmi altro, e cioè che Tizio sia, staccato, più bravo di me. E che magari lo siano anche Caio, e pure Sempronio.
Ed è in quel momento che, in me, trova conferma un’altra convinzione, forse anche più radicata della prima, e cioè non solo che io sia il più forte, quantomeno di quelli che il mister faccia giocare, ogni volta, al mio posto, ma anche che io ci capisca di più, ma molto di più, di questo gioco rispetto agli altri, vedendomi costretto, e succede ogni volta, a dover spiegare movimenti e situazioni.
Quando parlo di calcetto, e quando parlo di quanto io sia, ma il dato è oggettivo, forte a calcetto, mi rendo conto dei tanti difetti che alberghino nei miei consoci, e, primi tra tutti, l’incompetenza ed una certa superficialità nel trattare qualunque argomento, vista la loro presunzione nel parlare di calcetto, che è chiaro conoscano molto poco.
E la cosa divertente, in tutto questo, è che ho sentito dire che giri voce che io, che sono così forte, sarei un presuntuoso, perché dico di essere più bravo degli altri. Non c’è niente da fare. La verità è un’altra, ma non lo capiscono: non sono io ad essere presuntuoso, ma lo sono gli altri. Soprattutto quelli che giocano al posto mio, che pensano davvero di essere più bravi di me. Senza rendersi conto che se giocano al posto mio, è colpa del mister, che è un altro che non ci capisce niente di calcetto. Come tutti quelli che, in tutti questi anni, mi hanno fatto giocare poco o niente.