“Ali di piombo”
Martedì 22 novembre si è tenuta, nel salone del Circolo, la presentazione del romanzo “Ali di piombo”, scritto da Gabriele Orsi. Non è un romanzo che parla di sport, men che meno di calcio. Ma ne scrivo, in questa rubrica, non solo perché credo sia un romanzo che vada assolutamente letto, ma perché l’autore è il figlio di Nando Orsi, un campione del calcio che nella vita ha avuto un solo torto, e cioè quello di giocare nella squadra sbagliata.
L’evento è stato presentato da Jacopo Volpi – un altro che con lo sport ha molto a che fare – e la presentazione è stata caratterizzata dalla presenza tra i relatori, insieme a Luigi Bonito, di Mario Sconcerti che di sport, e non solo di calcio, di cose interessanti ne ha sempre dette e molte ne ha da dire.
Ne è uscita una conversazione, tra Sconcerti e l’autore, che ha dimostrato, semmai necessario, come lo studio e la curiosità di conoscere, di indagare, di non accontentarsi non abbiano età. Gabriele Orsi e Mario Sconcerti hanno duettato ad armi pari, facendo emergere il contenuto di un romanzo in cui i rapporti tra genitori e figli, tra i giovani, tra gli stessi adulti, si intrecciano tra difficoltà di comprensione, paura di crescere, rivincite con la propria vita.
Quella conversazione ci ha regalato non solo la voglia di leggere questo romanzo, ma soprattutto quella di non accontentarci, di approfondire, di metterci dall’altra parte del tavolo, rispetto ai nostri figli, per capire e farci capire, senza avere paura di essere giudicati. Perché tra qualche anno anche loro capiranno, come da tempo abbiamo capito noi, che essere genitori è un mestiere difficile, ma è anche il solo mestiere al mondo che si fa in maniera davvero disinteressata, esclusivamente per amore dell’altro. Ed è anche questa una delle ragioni perché questo romanzo vada letto.