Sabatini e il suo calcio furioso e solitario
Una serata all’Aniene con il calcio protagonista. L’occasione, la presentazione del libro di Walter Sabatini, «Il mio calcio furioso e solitario». Tantissimi gli ospiti per ascoltare questo capitolo letterario di Sabatini. Sollecitato da Jacopo Volpi e con accanto mille compagni di viaggio – ex calciatori, amici, dirigenti del suo mondo come Mauro Baldissoni – con Sergio Rubini che ha letto le parole scritte dall’ex dirigente sportivo di Perugia, Lazio, Roma, Inter, Sampdoria, Bologna e Salernitana suscitando le emozioni della platea.
Tra i primi ad arrivare a questa presentazione è stato Daniele De Rossi, «il figlio più grande» come lo ha definito Sabatini, e con lui altri ex calciatori come Diego Perotti e Nando Orsi.
Massimo Fabbricini, il Presidente del Circolo Canottieri Aniene, ha ricordato l’uomo e soprattutto il calciatore di quella Roma 76-77, che ha seguito già dal ritiro pre-campionato, con Nils Liedholm in panchina, nella quale Sabatini ha giocato dieci partite sostituendo da Conti a Di Bartolomei, da Prati a Pellegrini, confermando allora grande intelligenza calcistica e visione di gioco.
Giovanni Malagò ha ricordato il lavoro di Sabatini nel mondo del calcio attaccando un po’ lo scrittore. «Non condivido il titolo del libro, l’aggettivo “furioso” non mi piace – ha affermato Malagò – è inelegante. Io avrei scritto “romantico”». E Sabatini ha subito replicato: «Il mio calcio è furioso, anzi furibondo. Sono stato un acrobata del calcio e ora il fisico mi sta presentando il conto. Ma sarò così finché il fisico me lo permetterà. E sì, è un calcio solitario».
Foto gentile concessione di Paolo Caprioli