Paralimpiadi, Luca Mazzone è d’argento nella cronometro su strada
Un grande Luca Mazzone ha conquistato la medaglia d’argento nella cronometro H2 di ciclismo su pista alle Paralimpiadi di Parigi. L’atleta del CC Aniene, che a Parigi è stato il portabandiera insieme ad Ambra Sabatini, è stato superato solo dallo spagnolo Sergio Garrote Munoz. Mazzone ha chiuso la sua prova col tempo di 25’18”83, a 45” di ritardo dall’oro. «Una medaglia che per me vale platino, mi sono allenato tantissimo», ha affermato Mazzone. Il ciclista pugliese, a 53 anni, ha ottenuto lo stesso risultato di Tokyo 2020, battendo atleti molto più giovani.
Per l’atleta pugliese si tratta della sesta apparizione paralimpica in carriera, la terza nel ciclismo su strada.
Luca, veterano della Nazionale della quale fa parte dal 2011, ha aggiunto così un’altra medaglia paralimpica al suo palmarès: la settima.
«Sono arrivato a ridosso del primo – ha aggiunto Mazzone – quindi ne sono veramente fiero. Mi sono allenato tantissimo, un argento che vale platino e, per quanto l’oro sia inarrivabile, questo podio mi dà grande fiducia per la prova in linea. La dedico a tutto lo staff della Nazionale, ma soprattutto a mia moglie e mio figlio, che sono testimoni principali dei miei enormi sacrifici. Stupendo vincere una medaglia contro avversari di 20-30 anni più giovani. Quest’anno ho avuto una testa che conferma il mio carattere». Mazzone è un esempio per tutto il mondo dello sport, un atleta con una straordinaria costanza e una grande capacità per non fermarsi mai. «Ai giovani voglio dimostrare che più che il fisico, per fare sport paralimpico, ci vuole tanta testa. Perciò dico loro di provarci e di vedere dove possono arrivare. Sembra banale, ma sono un appassionato di sport e da bambino ho sempre sognato di essere qui. Adesso che ci sono, spremerò ogni goccia di energia che ho in corpo e la testa mi aiuterà sempre dove il corpo non potrà arrivare. La mia medaglia? Vale di più perché ho un’età che mi rende molto difficile tenere certi ritmi di allenamento. Ciao e grazie a tutti gli italiani, a tutti gli abitanti di Terlizzi e Ruvo di Puglia».