Nuoto, Deplano, Martinenghi e Di Pietro protagonisti al Mondiale in vasca corta di Melbourne
Nelle prime tre giornate dei 16esimi campionati Mondiali di nuoto in vasca corta in Australia al Melbourne Sport and Aquatic Centre gli atleti del Circolo Canottieri Aniene festeggiano un primato del mondo e uno europeo con le staffette ma anche la medaglia d’argento individuale di Nicolò Martinenghi nei 100 rana. Protagonisti delle imprese con le staffette sono stati Leonardo Deplano con la 4x100sl campione del mondo e la coppia Nicolò Martinenghi-Silvia Di Pietro nella 4×50 mista mixed seconda alle spalle del quartetto statunitense con il primato continentale. Argento anche con la 4x50sl maschile con ancora Deplano in vasca.
Lo squillo di Nicolò Martinenghi, tra i più attesi in finale, soprattutto dopo il primo tempo delle semifinali ottenuto mercoledì con 56”01 nei 100 rana, che ha conquistato la medaglia d’argento in 56”07 (26”36 ai 50 metri) davanti allo lo statunitense Nic Fink che tocca in 55”88 anche se il campione dell’Aniene era convinto di poter sbaragliare il campo. «Speravo meglio: dovevo nuotare 55”8 ma oggi non l’avevo. Sono tornato molto forte nella seconda parte di gara ma non è bastato per l’oro. Sono arrivato un po’ stanco dopo la giornata piuttosto intensa. Confermo l’argento dello scorso anno ad Abu Dhabi e inizio la nuova stagione nel migliore dei modi», ha spiegato Nicolò.
Eccoci al primato del mondo per la 4x100sl con 3’02”75 realizzato nella prima giornata. In vasca, in terza frazione, Leonardo Deplano che ha contribuito ad abbassare il precedente record di 3’03”03 che apparteneva agli Stati Uniti dall’11 dicembre del 2018. «Mi sento molto bene in acqua, anche al mattino le sensazioni erano ottime: mi sentivo agile. È stato tutto perfetto», ha spiegato Deplano.
Nella seconda giornata un altro primato, questo europeo, con la staffetta 4×50 mista mixed. Insieme e Lorenzo Mora e Costanza Cocconcelli hanno nuotato i due atleti dell’Aniene Nicolò Martinenghi, e Silvia Di Pietro che hanno conquistato la medaglia d’argento con 1’36”01 che vale il record europeo. L’Italia ha nuotato anche al di sotto del precedente record del mondo di 1’36”18 ma gli americani Ryan Murphy, Nik Fink, Kate Douglass e Torri Huske hanno fatto di meglio e vinto il titolo iridato abbassando il primato sull’1’35”5. Il vecchio record europeo era 1’36”18 stabilito dall’Olanda a Kazan 2021 mentre il record italiano precedente era di 1’36”39.
«Abbiamo disputato una gara bellissima. Ho nuotato la mia migliore frazione lanciata. Portiamo a casa un altro ottimo risultato – ha affermato Martinenghi – Un bell’inizio di Mondiale per me e per tutto il team. Adesso arrivano anche le gare individuali». Silvia Di Pietro ha ribadito che le sue condizioni non sono le migliori. «Fa molto freddo ed lo soffro tanto – ha spiegato – Sono soddisfatta della mia frazione e ovviamente del risultato generale che è strepitoso».
Secondo posto per la 4x50sl maschile che ha visto in vasca di nuovo Leonardo Deplano. L’Italia ha chiuso in 1’23”48. I padroni di casa Isaac Alan Cooper, Mattew Temple, Flynn Zareb Southam e Kyle Chalmers hanno vinto con 1’23”44. «Potevo fare un po’ meglio e tirare giù qualche decimo. Sono un po’ in difficoltà a trovare la condizione nella velocità. Adesso penso alla prova individuale», ha commentato Deplano.
Non molto fortunata l’esperienza iridata per Silvia Scalia, Matteo Rivolta e Silvia Di Pietro, tutti e tre usciti in semifinale. Per la Scalia 58”02 nei 100 dorso, nei 50 farfalla Rivolta si è mosso sul blocco in partenza e nella prova femminile la Di Pietro è finita tredicesima in 25”42.
E si è fermata in questo turno anche Benedetta Pilato nei 100 rana non andando oltre il quindicesimo posto in 1’05”46. «Ovviamente non è andata bene – ammette la ragazza pugliese allenata da Vito D’Onghia – Fino ai 75 metri ero anche in linea con le migliori. Gareggiare in queste condizioni è difficilissimo. Prima di entrare in acqua sentivo molto freddo; ho anche un po’ di tosse. Non è una giustificazione, ma è la prima volta che vivo una situazione del genere».
Foto Giorgio Scala/DMB