«Le malattie non esistono»: serata con il dottor Roberto Verzaro
«Le malattie non esistono». Roberto Verzaro, medico chirurgo, ha scritto questo bel libro nel quale racconta storie di pazienti e di medici e di quanto accade in corsia e in sala operatoria. Il dottor Verzaro ha lavorato per alcuni anni negli Stati Uniti, a Miami e a Pittsburg, attualmente è coordinatore per la chirurgia generale del centro dell’Università di Pittsburg presso la clinica Salvator Mundi International Hospital a Roma.
Verzaro ha presentato il suo libro nel Salone dell’Aniene, il suo Circolo, davanti a una platea assai numerosa e qualificata. Roberto racconta, nei capitoli del libro, tante storie, momenti importanti del suo lavoro, oseremmo dire ricordi delle sue esperienze, delle notti on call trascorse in ospedale a contatto con i suoi pazienti.
Il professor Mariano Croce, filosofo, ha aiutato a capire il contenuto del libro, quel «le malattie non esistono» che, purtroppo, non è vero. Il professor Croce ha affermato, nelle sue tesi, che le malattie sono classificazioni e sono una proiezione sul paziente ma ha anche detto che «la malattia diventa unica».
A entrare nel problema è stato Roberto Napoletano. Il giornalista, attuale direttore del “Quotidiano del Sud” e in precedenza del Mattino, del Messaggero e del Sole 24 Ore, ha detto subito che «il titolo del libro e dichiaratamente falso: le malattie esistono» e poi ha parlato di quella che definiamo umanizzazione della medicina, con il dottore che deve avere un rapporto particolare con il paziente senza più considerarlo, come si vorrebbe per altre ragioni, un numero o un letto da gestire.
Le letture di alcuni brani del libro curate da Francesca Romana Verzaro hanno messo in evidenza molti aspetti del lavoro dell’autore, momenti di felicità e altri di rammarico. Il dottor Verzaro ha scritto di ammirare – e invidiare – il lavoro del pilota di un aereo, dello spettacolo che lui ammira, uno spettacolo incluso nel biglietto. E lo invidia, il pilota, perché può dire quanto dura il volo «mentre io alla domanda quanto durerà un’operazione non posso prevedere e alla fine dico senza due ore in più».
Diversi gli interventi, tutti di ammirazione, di colleghi, dalla dottoressa Livia Azzarita al professor Carlo De Bac e, infine, di una paziente che, ringraziando il lavoro del “suo” medico, ha tratto quello che sono state le reali conclusioni della serata all’Aniene.
Fotoservizio di Sergio Grandi