L’addio a Carlo Vanzina
Addio Carlo Vanzina. Il cinema italiano ha perso un grande regista, l’Aniene un amico sincero. Carlo, che aveva 67 anni, se n’è andato domenica mattina portato via da un male spietato contro cui ha tenacemente combattuto con lucidità e grande coraggio. Insieme al fratello e nostro consocio Enrico ha raccontato l’Italia e lo ha fatto, a partire dagli anni Ottanta, con i suoi irresistibili film che con estrema precisione hanno portato sotto la lente debolezze e passioni delle persone. Il suo era uno sguardo spesso preveggente: portava sul set le sue scene e lo faceva con l’attenzione e la grazia di un artigiano di altri tempi.
Carlo ha fatto divertire l’Italia con le sue pellicole e lo ha fatto portando sul set, nei suoi oltre sessanta film, personaggi popolari che hanno fatto, in un modo o nell’altro, la storia del nostro Paese. Ricordiamo, dei suoi film, Vacanze di Natale, Eccezziunale veramente, Sapore di mare, Via Montenapoleone, Non si ruba a casa dei ladri ispirato a Mafia Capitale, Selvaggi, Sotto il vestito niente, Sapore di te, Un’estate al mare.
Carlo, che era stato assistente di Monicelli, attraverso tanti personaggi spesso ingenui, spesso cinici, ha portato alla fortuna molti interpreti, da Christian De Sica a Massimo Ghini, da Massimo Boldi a Jerry Calà.
Il suo non era un cinema snob e per questo la critica non sempre è stata attenta nei suoi confronti, non lo ha elogiato e apprezzato quanto avrebbe dovuto. Ma non deve esserci un cinema snob e un cinema colto: Carlo ha fatto divertire tutti con i suoi film. L’affluenza nelle sale testimonia la bontà del suo lavoro e quello dell’inseparabile fratello Enrico.
L’elenco dei suoi film è lunghissimo. Ha inaugurato, sempre con Enrico, l’era dei cinepanettoni, ha prodotto pellicole come I miei primi quarant’anni con Marina Ripa di Meana, quindi A spasso nel tempo, Il cielo in una stanza, Febbre da cavallo, La vita è una cosa meravigliosa. L’ultimo film è dello scorso anno, Caccia al tesoro.
Romano, Carlo era nato nella Capitale il 13 marzo 1951. Era l’anno, quel 1951, che suo padre Steno (Stefano Vanzina) dirigeva con Mario Monicelli Guardie e ladri con Totò e Aldo Fabrizi. Dal papà e da Monicelli, Carlo ha imparato tutto. «Mi hanno insegnato la sceneggiatura», amava ricordare il regista. Appassionato di film come pochi, Carlo Vanzina amava andare al cinema da solo ogni pomeriggio, quasi sempre nelle sale del Roxy, nel quartiere dove era nato e dove abitava.
Carlo lascia la moglie Lisa Melidoni, le figlie Isotta e Assia e l’adorata Virginie.