Il libro/I «Giocatori d’azzardo» di Virman Cusenza
«Giocatori d’azzardo» è la storia di Enzo Paroli, l’antifascista che salvò il giornalista di Mussolini come si legge nel sottotitolo del libro di Virman Cusenza, libro che è stato presentato nel Salone del Circolo con due relatori d’eccezione, Giuseppe Tornatore ed Enrico Vanzina, e il giornalista Paolo Conti nelle vesti di moderatore della serata.
La storia di Telesio Interlandi, il direttore preferito da Mussolini e noto per le sue campagne razziste, arrestato nel 1945 e misteriosamente scarcerato e difeso da Paroli, avvocato di fede socialista e antifascista, uomo che viveva sempre sul filo del pericolo. Paroli nel novembre di quell’anno incontrò nel carcere bresciano di Canton Mombello il detenuto Interlandi.
Una storia rimasta a lungo inedita e scoperta da Leonardo Sciascia poco prima di morire, una storia che lo scrittore avrebbe voluto trasformare in uno dei suoi fulminanti lavori in cui Storia e racconto si intrecciano. Sciascia avrebbe voluto dedicare un libro al gesto «eroico» di Paroli.
Tutte le carte, una volta svelata la vicenda, sono state raccolte e Cusenza ha potuto lavorare ai documenti originali e inediti raccontando non solo i due protagonisti ma uno spaccato di storia italiana negli anni cruciali della guerra civile. Tutto questo per comprendere come un avvocato che nasce da un padre di fede antifascista, fede condivisa tanto da andare in galera al suo posto, decida di assumere la difesa di un noto direttore che ha orchestrato la propaganda antisemita.
Ha introdotto la serata il presidente onorario del Circolo, Giovanni Malagò, che ha ricordato non solo cos’è l’azzardo inteso soprattutto come gioco, ma ha parlato della fondazione del Comitato olimpico italiano, del Palazzo che lo ospita e del dipinto nel Salone d’Onore, «Apoteosi al Fascismo» di Luigi Montanarini, dipinto che è stato nascosto per anni da un panno verde e svelato nel 1997 dal governo di Romano Prodi e Walter Veltroni.
Enrico Vanzina è entrato nel tema del libro dall’angolazione della commedia all’italiana, di una storia che andrebbe raccontata in ogni sua sfaccettatura, dell’uomo Paroli e delle sua debolezze, della vita a tratti in comune con Interlandi e di come possa aver fatto a farlo uscire dal carcere.
Dal canto suo, Tornatore ha ricordato qualche dialogo con Sciascia, lo scrittore siciliano suo conterraneo che ne ha scoperto la storia ma non ha avuto il tempo di scriverla, raccontarla, e adesso sarebbe interessante riviverla in un film.
La conclusione della serata è stata affidata a Cusenza che è entrato in questa storia, ha ricordato alcuni particolari dei due protagonisti ma anche le loro debolezze narrate nelle duecento pagine del suo libro.