Alea iacta est!
Vecchio e Tasco fuori dalla contesa. Atteso ed inappellabile, il verdetto è arrivato. Ma se i Tasco hanno avuto il tempo di elaborare il lutto, per Vecchio la notte deve essere stata lunga. Chissà se nel silenzio dell’Appia Antica avranno echeggiato le parole di un’emblematica canzone di Renato Zero (Spalle al Muro): “Vecchio…!!! Mentre ti scoppia il cuore, non devi far rumore, anche se hai tanto amore, da dare a chi vuoi tu! Ma sei vecchio. Ti insulteranno Vecchio, con tutta quella smania che sai tu. Vecchio, si…E sei tagliato fuori, quelle tue convinzioni, le nuove sono migliori, le tue non vanno più, ragione non hai più.”
Ricordate il gol di Cassano contro la Bulgaria ad Euro 2004 a pochi minuti dal fischio finale? Un gol-qualificazione, un’esultanza sfrenata, un momento di gloria effimero. Effimero perché nemmeno due minuti dopo il 2-2 scandinavo (Svezia-Danimarca) eliminava gli azzurri e strozzava l’urlo in gola al campione barese, il cui volto felice si bagnava immediatamente di lacrime, in un’allegoria della crudeltà del Dio calcio. Ecco, il gol del 5-4 con cui Pippo Gasbarri aveva risolto la sfida contro Fabbricini lo ha ricordato molto da vicino. Un fotogramma glorioso, un momento felice, un’esultanza memorabile. Tutto vanificato dai risultati degli altri campi.
Il gol del lungo attaccante extralarge, che non era bastato sabato ad evitare la sconfitta contro Fioretti causa doppietta dell’unico bomber Aniene (Ciardullo) di maggior peso (specifico e non), aveva messo il punto su un incontro dai due volti. Vecchio in porta ed un sontuoso Saladino portavano i beige in netto vantaggio contro la prima della classe, orfana del suo campione CdB (squalificato). Poi la rimonta blu fino al 4-4 ed il gran finale di Gasbarri e Minnetti poco dopo il match-point Fabbricini: un tiro libero sparato in curva che accendeva polemiche e riflettori su sospetti di strategie poco ortodosse (favorire Vecchio per eliminare altri?) sulle quali l’Ufficio Indagini era pronto ad aprire fascicoli.
Così sull’altro campo i Cecilia ipotecavano il primato ed il titolo di campioni d’inverno battendo 3-1 Fioretti dopo aver conservato l’imbattibilità tre giorni prima nell’acceso 2-2 contro Fabbricini. Partita maschia (due espulsi e tre ammoniti) ben amministrata dagli uomini di Costantini, che trovano ancora una volta gol importanti da Picciotti e sfiorano il colpaccio nei minuti finali. Entrambe le squadre aspetteranno comodamente in poltrona i nomi degli avversari da sfidare in semifinale.
Dopo una prova a dir poco incolore contro Rezza (il 6-1 del tabellino è persino poco rispetto al divario visto in campo), Celani dopo tre sconfitte consecutive riesce ad evitare l’eliminazione centrando la vittoria contro i Tasco, che l’anno scorso proprio all’ultima giornata ne ostruirono il cammino con una notte da leoni. Aspettando il recupero fisico di Tavano, è ancora l’asse dei Gilardoni a cantare e portare la croce. Pietro con un abile gioco di tessitura proprio sotto gli occhi del Commissario Tecnico, Alessio con la tripletta che in classifica marcatori lo lancia ad una sola lunghezza dal fuggitivo Carlo Di Bella.
E’ così che il cucchiaio di legno si tramanda da un’ala all’altra di Casa De Petris. L’anno scorso fu Andrea a subire l’onta dell’ultimo posto, che ben presto lo avrebbe spinto ad abbandonare la carriera da allenatore e ad intraprenderne una da dirigente. Quest’anno è toccato a Simone, che dopo un promettente inizio di stagione ha visto la nave affidatagli dalla famiglia Tasco (con ampia delega nella scelta dell’equipaggio) andare lentamente alla deriva. Fortuna che c’è il Pantera a tenere alto il nome della famiglia…
La falsa partenza con un punto nelle prime quattro partite non è bastata a far desistere De Matteis dall’ambizione di difendere il titolo con le unghie e con i denti fino alla fine. Tre convincenti affermazioni negli ultimi tre turni rovesciano l’inerzia del torneo catapultando i campioni in carica verso un insperato quarto posto. Il cambio di modulo, il grande apporto di Abodi e Cucchiara, il ritorno di Meliti ai suoi massimi livelli, il pieno reinserimento del figliol prodigo Natoli, le giocate decisive del Giuffrida “sbagliato” valgono un quarto di finale da affrontare contro Celani con il vantaggio di classifica. Vantaggio che avrà Fioretti nella sfida contro Rezza, che nel frattempo ritroverà Barra. Quest’anno la sera del primo aprile, quando si giocheranno i quarti di finale, nessuno avrà voglia di scherzare…