Alessio Spadoni sfiora la qualificazione olimpica
Alessio Spadoni ci ha provato fino all’ultimo, ma la qualificazione olimpica è sfumata per soli 6 punti. Al nostro velista, impegnato nella classe ILCA 7 maschile (ex Laser Standard), non è riuscita la rimonta nel finale a Vilamoura: 11-11 nelle due prove di ieri con vento forte e onda oceanica per concludere 14esimo, a soli 6 punti dalla quota qualificazione. Nell’ultima prova, Spadoni ha anche avuto la chance, con il timoniere olandese nelle retrovie, ma poi la rimonta di Bos ha vanificato le speranze azzurre. Spagna e Olanda hanno conquistato gli ultimi due pass europei per Tokyo.
Alessio ha pagato un inizio altalenante causato anche da una penalità ricevuta in partenza durante le regate di batteria. Ne esce comunque a testa alta poiché a meno di 100 giorni dall’Olimpiade chiude 14esimo in classifica con ottimi parziali nelle finali in una regata che, per il livello dei concorrenti, era paragonabile ad un mondiale.
Alessio può recriminare soprattutto per due prove sbagliate (anche a causa di una bandiera gialla con penalità in partenza) nelle batterie iniziali e nella seconda in Gold, non basta un buon finale con vento forte (3-33-7-33-6-7-18-47-2-18-11-11) e, come abbiamo detto, ha chiuso 14esimo con 149 punti.
A vincere la regata il campione del mondo tedesco Philipp Buhl davanti al fuoriclasse brasiliano Robert Scheidt che a quasi 48 anni che si appresta a partecipare alla sua settima Olimpiade. A chiudere il podio, l’inglese Michael Bellet.
«Ho dato tutto e ha fatto il mio massimo – ha detto Spadoni – Succede nello sport e va accettato. È iniziata, questa competizione, in salita con episodi sfavorevoli che mi hanno caricato di punti e poi è stato tutto un recuperare, giorno per giorno, al massimo del mio potenziale. Non è bastato. L’ultima prova è stata un’altalena: qualificavo… non qualificavo… alla fine l’olandese ha recuperato. È finita sul filo del rasoio. Mi consola essere nei primi 15 di questa flotta con i migliori al mondo».
L’Italia ha qualificato a Tokyo per ora sei classi su nove. Resta da vedere se il Finn italiano risucirà a farcela, contando su Matteo Iovenitti e Federico Colaninno.